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26 Febbraio 2020 – Mercoledì delle Ceneri (Anno A)

giovedì 20 febbraio 2020
26 Febbraio 2020 – Mercoledì delle Ceneri (Anno A)

“In cammino verso la Pasqua”

1° Lettura: Gl 2,12-18 - Salmo: 50 - 2° Lettura: 2 Cor 5,20-6,2

 

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,1-6.16-18)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:

«State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.

Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipòcriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando pregate, non siate simili agli ipòcriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.

E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipòcriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». 

 

Con questa celebrazione si apre il cammino quaresimale. Chi lo compie?

Certamente ognuno di noi e tutti insieme come Chiesa, ma il primo a compierlo è Dio stesso.

 

Dice infatti San Paolo nella Seconda Lettera ai Corinzi “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio!”

In primo piano non c’è la nostra buona volontà, ma il suo venirci incontro, come fa il padre con il figlio tornato a casa; a noi è chiesto di non porre ostacoli, di arrenderci alla sua misericordia, di consegnarci al suo abbraccio.

 

Già per bocca del Profeta Gioele Dio scongiura il suo popolo di tornare a Lui con tutto il cuore; e l’avvertimento è di farlo in una dinamica di interiorità, non con gesti esteriori.

 

Gesù, nel Vangelo di Matteo, insiste che operiamo nel segreto, a indicare non un luogo piuttosto di un altro, ma il passaggio deciso alla dimensione interiore di ciò che facciamo: altrimenti vivremmo la Quaresima con qualche segno religioso in più, ma non come cammino di fede.Con questo non significa che non si possono recuperare i modi tradizionali di esprimere l’impegno di conversione che, come in tante religioni, sono

- ELEMOSINA, in quanto condivisione fraterna, riguarda la relazione con il prossimo,

- PREGHIERA, dialogo intimo e fiducioso, custodisce la relazione con Dio,

- DIGIUNO, che esprime il dominio di sé nella sobrietà, investe il rapporto con noi stessi.

Non si tratta di indicazioni poste a caso: ciascuna di esse permette di verificare una delle relazioni che ci costituisce.

Se manca l’interiorità:

- l’ELEMOSINA diventa ESIBIZIONE,

- la PREGHIERA si trasforma in UBRIACATURA di parole,

- il DIGIUNO si configura come un’OSTENTAZIONE IPOCRITA.

Si entra in Quaresima non con la faccia triste, quasi che si profili un tempo penitenziale pesante e penoso, ma ci profumiamo il capo e ci laviamo il volto, per accogliere l’annuncio di San Paolo: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza”.

 

Lo stesso segno delle ceneri va rivisto, perché mentre ci viene fatto ci è chiesto di CREDERE alla BUONA NOTIZIA del Vangelo. E una buona notizia non ci fa piombare nel lutto!

 

È vero che siamo polvere, ma impastati dal soffio di Dio, a Sua immagine e somiglianza.

Il peccato ci sfigura, ma non ci toglie il dono!

Proprio nella drammatica esperienza del peccato il Padre ci raggiunge, attraverso il Figlio Gesù, divenuto peccato a nostro favore: ecco che l’ANGOSCIA SI TRASFORMA IN GIOIA.