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8 Dicembre – IMMACOLATA CONCEZIONE di MARIA
lunedì 7 dicembre 2020

“Piena di Grazia:
primizia di umanità Immacolata”
Letture: Gn 3,9-15.20; Sal 97; Ef 1,3-6.11-12
Dal vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38):
In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.
L’angelo chiede a Maria di rallegrarsi, quale primizia di un’’umanità piena della grazia di Dio e non più maledetta a causa del peccato.
Irrompe dall’alto il dono più grande fatto a noi da Dio, che ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio; ma per donarcelo ha bisogno della madre.
Bussa alla porta di una giovane ragazza, in una casa di un piccolo e insignificante paese; mentre in precedenza aveva trovato incredulità in Zaccaria, sacerdote del tempio di Gerusalemme.
Questo ci dice che a custodire quanto è immacolato dalle logiche egoistiche non sono i grandi del mondo, ma i piccoli e i poveri come Maria di Nazaret.
Maria, donna immacolata, è stata contrapposta ad Eva, donna peccatrice: affinché fosse preservata dal peccato la si è (purtroppo) in certo senso disincarnata dalla sua corporeità e negata nella sua sessualità.
La stessa verginità del concepimento, annunciata dall’angelo, diviene rifiuto dell’unione sessuale, quasi potesse contaminare lei il Frutto del suo grembo.
Se il cuore del Vangelo è il farsi carne del Figlio di Dio, il corpo di Maria è il luogo concreto, sessuato, in cui prende corpo
Lungo il cammino di liberazione del popolo, Dio si fa presenza coprendo con la sua nube la tenda de convegno; Luca usa questa immagine per dire che anche il corpo di Maria è stato adombrato, per fare di quello spazio totalmente libero e disponibile il luogo massimo della Presenza.
La invochiamo come IMMACOLATA non perché asessuata, ma in quanto divenuta corpo d’amore; così sarà per il Figlio, quando nel gesto eucaristico donerà il suo corpo per amarci sino alla fine.
Il racconto dell’annunciazione precisa che avviene nel sesto mese della gravidanza di Elisabetta, donna sterile fiorita la vita per dono dall’alto; il sesto giorno, nel settenario della creazione, è quello in cui si sono creati l’uomo e la donna, a immagine e somiglianza di dio.
Purtroppo il peccato spezza l’equilibrio e trasforma la relazione in opposizione; l’evangelo, attraverso questo corpo di donna immacolato d’amore, irrompe e la creazione si rigenera.
I Padri dicono che Maria, non più Eva, è la donna degli inizi; in lei vediamo la possibilità di un’umanità immacolata, resa possibile a tutti mediante il Figlio, che ha accolto e portato nel grembo.