Ultime Notizie
Box sotto Ultime Notizie
Santo Rosario on line
Newsletter
Inserisci il tuo indirizzo email per essere informato sulle novità della nostra Comunità:
Registra Cancella
Box sotto Ultime Notizie
Versione Stampabile

« Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto » (Mt 4,10)

martedì 7 maggio 2013
« Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi culto » (Mt 4,10)

dalla nostra amica GABRIELLA



Nella mia parrocchia, dalle 15 alle 23 di ogni giovedì, si tiene l’Adorazione Eucaristica in una piccola chiesa lungo la strada. Recentemente è stato fatto un pellegrinaggio a Loreto ed è stata portata in questa chiesina la statua della Madonna di Loreto, che verrà poi condotta dal Papa per essere benedetta e quindi trasportata a Rio per la GMG.

Questa notte è stata fatta una veglia di preghiera.

Io ho partecipato con molto entusiasmo. Non ho potuto trattenermi fino al Rosario, alle Lodi e alla Messa, perché mi sono recata al lavoro. Per me è stata una bella sorpresa che, anche avendo dimenticato a casa gli occhiali, io abbia potuto pregare con costanza dalle 2.30  fino quasi alle cinque di mattino, senza stancarmi e senza cadere nel sonno. Ringrazio il Signore di avere potuto farlo.

In ogni caso è da qualche tempo che io partecipo all’adorazione.

La mia adorazione è silenziosa dal momento che quando io devo arrivare in chiesa è troppo tardi per pregare insieme con gli altri i Vespri e troppo presto per la Compieta. In genere siamo in tre dalle 19 alle 19,30, in due dalle 19,30 alle 20.

Siccome non faccio un’adorazione comunitaria, e volevo prepararmi in modo consapevole, ho comperato anni fa un libricino di Paolo Zago e Ambrogio Villa (due sacerdoti lombardi) che mi potesse dare un aiuto.

Mi piace soffermarmi su quello che essi chiamano lo SCOPO DELL’ADORAZIONE: l’unità con Gesù vivo nel Sacramento, entrare in un rapporto di intimità, nel silenzio, col Signore, incontrarlo e parlargli con affetto.

Lo scopo del loro libro è aiutare a fare adorazione davanti a Gesù Eucaristia. Non è la stessa cosa pregare nella propria stanza o davanti al Tabernacolo, come non è la stessa cosa fare adorazione e fare meditazione.

Dunque è necessario imparare un metodo per aiutare a vivere la contemplazione eucaristica.

Giovanni Paolo II riconosce diverse forme per vivere l’adorazione, che si esprime in diverse forme di devozione eucaristica: preghiera personale davanti al Santissimo, ore di adorazione, brevi “esposizioni”, esposizioni prolungate, esposizioni annuali.

I due autori non parlano quindi di un vero e proprio metodo, ma danno alcune indicazioni generali di unpossibile metodo’, perché poi ognuno debba personalizzarlo.
Si chiedono quale sia lo scopo dell’adorazione, che è L’UNITÀ CON GESÙ VIVO NEL SACRAMENTO, quindi ascoltare nel silenzio il Signore, lì presente che parla, incontrarlo.

Padre Raniero Cantalamessa presenta il fine dell’adorazione, che è quello di stabilire un contatto, cuore a cuore, con Gesù realmente presente nell’Ostia e, attraverso di Lui, elevarsi al Padre nello Spirito Santo. Tutto questo deve essere fatto il più possibile nel silenzio.

Gli autori dividono il tempo dell’adorazione in cinque momenti.

-         Il primo momento dovrebbe essere: IL VUOTO.

Prima di iniziare ad adorare occorre “chiudere la porta della casa”, cioè lasciar fuori tutto ciò che è fonte di ansia e di preoccupazione, le distrazioni e le fantasie, le cose belle e buone ma che non sono pertinenti con l’adorazione, i pensieri e le persone.

Bisogna fare il “vuoto”. Tutto ciò è necessario.

Per fare tutto questo possono essere utili alcuni strumenti: la posizione del corpo, alcune preghiere o Salmi o alcuni canti che aiutino a entrare nel clima.

-         Il secondo momento è: ALLA PRESENZA

Dopo aver fatto il vuoto, bisogna porsi alla presenza di Gesù vivo nel Tabernacolo.

Anche qui è utile sia la posizione del corpo (busto eretto o in ginocchio, sguardo fisso sul Tabernacolo o sul SS. Sacramento esposto, o altre posture che aiutino la concentrazione e allontanino la distrazione).

In questo momento è utile anche la lettura di testi biblici che parlino dell’Eucaristia.

-         Il terzo è: IN ASCOLTO.

Nel silenzio si tratta di mettersi in ascolto di Gesù stesso che, nel segno del Pane, è lì davanti a noi.

L’importante è che questo momento sia gustato nel profondo, come momento in cui il “Tu” di Dio si rivolge a noi.

Paolo Zago e Ambrogio Villa narrano della richiesta che fece il curato d’Ars a un uomo davanti al Tabernacolo: “Che cosa fai e cosa dici?”; l’uomo rispose: “Niente, io Lo guardo e Lui mi guarda.

Santa Teresa d’Avila diceva, invece, che pregare è pensare a Dio amandoLo.

-         Il quarto momento è: IN DIALOGO

Questo momento può essere vissuto in tre fasi:

  • nella prima si mantiene il clima vissuto nella terza tappa, rivolgendo a Gesù brevi e continue invocazioni o giaculatorie, oppure alcune preghiere adatte;
  • nella seconda si possono presentare a Gesù le proprie richieste o le proprie fatiche e difficoltà (le gioie, le preoccupazioni);
  • nella terza fase di questo dialogo si possono utilizzare brevi riflessioni ( nel libro vengono chiamate “particole” di meditazione), oppure brani biblici, se non sono stati utilizzati in precedenza.

-         Il quinto momento è: NEL MONDO

E’ il momento di chiudere l’adorazione.

E’ importante che questa conclusione avvenga bene, con calma. Non si lascia una persona, con cui si è intrattenuti in dialogo, velocemente: bisogna salutarla e custodire nel cuore l’incontro vissuto.

Possono essere utili in questo ultimo momento (quando non si termini con una benedizione eucaristica) alcuni Salmi e preghiere, richiamare alla mente quanto il Signore ha comunicato nel profondo, assaporare la gioia della intimità vissuta con Lui.

E’ bene concludere tutto con un canto, anche nel caso di un’adorazione personale e silenziosa.

Gli autori spiegano che è utile fare lo sforzo di utilizzare un metodo per vivere questa forma particolare di preghiera, l’adorazione.

Il metodo non è il fine, ma esso è necessario per RAGGIUNGERE IL FINE, CHE È L’UNITÀ CON GESÙ.