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"Primo Venerdi" Marzo 2014 - Messa con Adorazione Eucaristica
venerdì 28 febbraio 2014
Questo pane che tu mi doni
Sei tu stesso, o Cristo,
Figlio diletto del Padre.
Sei tu stesso,
che ti sei incarnato e immolato per noi,
tu che sei nato a Betlemme,
sei vissuto a Nazareth,
hai guarito i malati…
Tu che sei la via, la verità e la vita,
tu che sei morto perché mi amavi,
tu che sei asceso al cielo
e ora, alla destra del Padre,
regni e intercedi continuamente per noi.
O Gesù, verità eterna,
tu dici che sei presente lì sull’altare,
realmente e sostanzialmente,
con la tua umanità
e tutti i tesori della tua divinità.
Io lo credo
e perché lo credo
mi prostro davanti a te per adorarti.
Accogli, come mio Dio e mio tutto,
l’omaggio della mia adorazione.
Beato Columba Giuseppe Marmion (1858-1923).
La Compassione
(da “L’umano soffrire”
La compassione non è solamente un sentimento che si impone al cuore dell’uomo, ma diviene scelta, responsabilità. Essa è riposta al muto grido di aiuto che si leva dal viso dell’uomo sofferente, dagli occhi atterriti e più che mai nudi e inermi della persona soverchiata dal dolore, vicina alla morte; è il no radicale all’indifferenza di fronte a male del prossimo: in essa io partecipo e comunico, per quanto mi è possibile, alla sofferenza dell’altro uomo. La compassione, facendo della sofferenza una sofferenza dell’altro, spezza l’isolamento in cui l’eccesso di sofferenza rischia di rinchiudere l’uomo.
La compassione è una forma fondamentale dell’incontro con l’altro, un linguaggio umanissimo, perché linguaggio di tutto il copro, che coinvolge i sensi, la gestualità, la parola, la presenza personale.
Certo, la compassione nasce in chi accetta di lasciarsi ferire e colpire dalla sofferenza dell’altro, sicché solo chi riconosce la propria vulnerabilità sa aprirsi alla sofferenza altrui.