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Feste Mariane 2013 - "GIORNATA DEL MALATO"
lunedì 9 settembre 2013
SE DA DIO ACCETTIAMO (IL BENE) LE COSE BELLE,
PERCHÉ NON DOVREMO ACCETTARE (IL MALE) ANCHE LA CROCE? (Gb 1, 21)
Come sempre, si sono vissuti intensi momenti sacramentali e di preghiera: l’unzione degli infermi e
Toccante anche l’omelia di Don Idilio, che ha sottolineato come le letture proposte fossero pienamente collegate al tema della malattia: un invito ad AMARE, a conoscere profondamente
Quale scuola, a questo scopo, può essere migliore della malattia?
Tre i suggerimenti dati, proponendo per ciascuno di essi la testimonianza di uomini e donne del nostro tempo:
Prendi su di te una porzione grande di amore, altrimenti non vivi
In una famiglia la malattia è il motore dell’amore scambievole, indispensabile per accoglierla e per viverla, è la luce che fa sperimentare i sentimenti familiari più profondi:
“Attorno a noi si muovevano, con una delicatezza e un amore che mai prima avevamo sperimentato, i nostri figli” (dal Diario di Giovanna Bosi)
Prendi la porzione di dolore che ogni amore comporta, altrimenti non ami
Per essere credibili nel parlare di Dio e parlarne fino in fondo, è necessario aver vissuto la sofferenza di accogliere e portare la croce in prima persona:
“In questo tempo di grazia vivo con un infarto midollare……. In carrozzina ho incontrato Papa Giovanni Paolo II, in un mercoledì in piazza San Pietro” (dagli scritti di Don Angelo Lari)
Impara non ad avere di più, ma ad amare di più
La sicurezza non viene da ciò che si ha; sei veramente libero solo quando le cose, per te, non contano più:
“Ero ancora assorbita da tante ambizioni, progetti e chissà che cosa (che ora mi sembrano così insignificanti, futili e passeggeri). Un altro mondo mi attendeva e non mi restava che abbandonarmi” (dalla vita della Beata Chiara Luce)
GRAZIE a questi Testimoni famosi.
GRAZIE ai Volontari Unitalsi, giovanissimi e meno giovani, che si dedicano ai malati con amore e dedizione, incarnando e testimoniando pienamente l'AMORE vero.
GRAZIE a coloro che, a fine Messa, hanno offerto ai malati (e non) un piccolo segno, donando generosamente le loro mani e il loro tempo ai fratelli in Cristo, per un momento di riposo e amicizia.
GRAZIE ai tanti Testimoni sconosciuti che ogni giorno vivono la malattia nel silenzio, affrontandola con pazienza e coraggio.